Scrivo per passione e divertimento. Mi piace leggere, cucinare, guardare film e viaggiare in Italia e nel mondo.

Per caso, vi succede occasionalmente, o forse anche di frequente, qualcuna di queste cose?

1- Gli amici vi supplicano di cucinare la torta per le feste di compleanno dei loro bambini?

2- Chi ha avuto la fortuna di venire a cena da voi fa di tutto per ricevere un secondo invito e degustare ancora la vostra cucina?

3- Siete voi quelli a cui si rivolgono i colleghi quando vogliono una cena particolare per la loro festa di fidanzamento?

Se vi succedono una o più di queste cose, complimenti! Può essere che aprire un servizio di catering sia davvero l’attività che fa per voi. Ed è un lavoro interessante, mai stucchevole, e che può darvi grandi soddisfazioni; d’altro canto, è anche un lavoro complesso, per cui dovete tenere conto di mille dettagli diversissimi, dalle creme delle tartine alla scelta dei tavoli pieghevoli, e certamente impegnativo.

Tenete infatti conto di un fatto importantissimo, e a cui pochi pongono attenzione: se un ristorante è un’attività stabile, e con un elevato grado di continuità (menù che non cambiano per tutta la stagione, locali organizzati e fissi, clientela di tipo verosimilmente omogenea) un catering è un vortice di cambiamenti, novità, e urgenze: è un po’ come aprire un altro ristorante ogni mattina per poi chiuderlo la sera stessa, sapendo che il giorno dopo si farà qualcosa di assolutamente differente. Certamente un lavoro entusiasmante, ma anche ad alto rischio di frustrazioni.

Non dimentichiamo, indubbiamente, I punti di vantaggio che sono caratteristici dell’aprire un’attività di servizio catering: fra questi, spiccano senz’altro I bassi costi di apertura, che sono indubbiamente più ridotti di quelli tipici di altre realtà di ristorazione. Nessun affitto di grandi locali, ad esempio; nè, com’è naturale, le corrispondenti bollette di servizio. Perfino oggetti necessari a un ristorante fin dal primo giorno, come piatti, bicchieri e tovaglie, potremo non acquistarli e limitarci a noleggiarli o farli affittare dai nostri clienti, sempre che non sia il cliente stesso a desiderare di usare i propri.

D’altro canto, una apprensione che certamente non assilla il proprietario di un ristorante, ma è invece un pensiero continuo per chi si trova a gestire un servizio di catering, è quella legata al trasporto del cibo, problema non banale, particolarmente nei casi in cui non si stia lavorando in una location dotata di cucina (nel qual caso si prepara tutto sul posto, e basta assicurarsi che gli ingredienti arrivino in ottime condizioni) ma ci si trovi a dover portare, ad esempio ad una festa in un parco o ad un meeting in ufficio, del cibo già pronto, con pietanze calde e fredde. Tutto va, in questo caso soprattutto, calcolato e verificato con accuratezza: non vogliamo certo dover spiegare a 100 invitati nel mezzo di un parco che non abbiamo portato tazzine e quindi… niente caffè!

Soprattutto, per concludere, un’osservazione importante: non dimentichiamo mai che lanciarsi in quest’avventura non è un hobby, ma un’attività – e non può quindi prescindere da ragionamenti di ordine strettamente economico. Non stiamo più cucinando gratuitamente per amici e parenti, ma gestiamo un’azienda: se non pianifichiamo con attenzione spese e guadagni, e quantità di cibo da preparare (un errore comunissimo nel catering, quest’ultimo) rischiamo di veder dissolversi tutto il nostro profitto, rendendo tanta fatica antieconomica. Attenzione!