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La marcatura e le incisioni laser stanno avviandosi rapidamente a diventare il moderno standard per l’identificazione dei pezzi nell’industria manifatturiera, sostituendo sempre in maggior misura le tecnologie tradizionali, come ad esempio erano la stampa inkjet e la serigrafia. Le ragioni di tale convergenza di tante aziende a questa tecnologia sono riassumibili principalmente in quattro punti fondamentali:

1. La marcatura laser è permanente – non solo nel senso di “durevole e resistente”, ma nel significato ben più rilevante che nella maggior parte dei casi è del tutto impossibile rimuoverla senza annientare contemporaneamente l’oggetto marchiato;

2. La nitidezza dei sistemi di marcatura laser è assoluta: il contrassegno richiesto, per complicato che sia, viene rifatto esattamente identico e in maniera nitida ad ogni marcatura – spesso con grandissima rapidità;

3. Il controllo digitale delle macchine marcatura laser; lavorare con macchine completamente digitali significa che il cambio di un marchio, che si riduca ad una sola linea o sia una completa modificazione, non richiede la modifica di neppure un pezzo meccanico, ma si svolge unicamente selezionando un diverso file da far imprimere alla macchina.

4. La generale carenza di materiali consumabili, ricambi, e parti sostitutive: le macchine laser non consumano altro che corrente elettrica, e la durata dei componenti laser può sfiorare le decine di migliaia di ore. Una volta acquistato il macchinario, l’investimento è semplicemente ammortizzabile.Una volta che tutti i parametri siano stati impostati perfettamente, diventa quindi possibile imprimere un marchio precisamente costante su qualsiasi numero di pezzi.

A seconda infatti di tali parametri, è possibile produrre diversi risultati:

1. Una effettiva incisione, scavata nel materiale; questo processo è affine a quello un tempo ottenuto con delle presse meccaniche, che punzonavano i marchi nei pezzi finiti. Utilizza generalmente un laser CO2 o YAG, e può essere applicato sulla superficie di quasi qualsiasi materiale, con profondità variabili da appena percettibili a molto profonde; è questo, ad esempio, il meccanismo che si utilizza per incidere i numeri di serie sulle parti metalliche dei fucili e delle pistole.

2.Una marcatura leggerissima, che si limiti ad un’abrasione assai leggera del materiale, quasi non alterandone la faccia lavorata. Esistono infatti aziende per cui il procedimento invasivo descritto precedentemente non è applicabile, in quanto i loro prodotti verrebbero distrutti, o danneggiati nelle loro funzionalità specifiche, da un’incisione profonda della marcatura. È il caso delle ceramiche e di tutta la componentistica elettrica, fusibili e semiconduttori.

3. Una marcatura colorata. Sebbene, genericamente parlando, l’azione del laser si limiti a intaccare il materiale, e non ne alteri il colore, è possibile fare uso di particolari plastiche o additivi che reagiscano chimicamente sotto l’azione del raggio laser, e di conseguenza mutino di colore, generando appunto così un marchio colorato.

4.Una marcatura nera su superficie metallica. Unicamente su pezzi metallici, è possibile mettere in atto, con un laser YAG ad alta frequenza e bassa potenza e velocità, una vera e propria ricottura dello strato esteriore del metallo. Il frutto di tale procedura è un marchio a livello, che non incide la superficie, ma completamente nero.

5. Una marcatura a contrasto. Se si vuole un particolare abbinamento di colori, è possibile riparare il pezzo da marcare con uno strato plastico, o di vernice colorata; successivamente, il laser andrà ad eliminare non parte del pezzo, ma solo di tale copertura, rivelando così il colore sottostante nel marchio. È una procedura che trova uso anche per la scopertura di contatti elettrici in un pezzo altrimenti coperto di sostanze isolanti.